Il tema dei Cambiamenti Climatici è nell’ambito della pianificazione del bilancio idrico al fine di promuovere l’adattamento del settore acqua. Si rimanda al Piano di Gestione del Distretto del Po [sito] per un elenco esaustivo delle previste azioni di adattamento.
Nel Piano del Bilancio idrico per tener conto dei cambiamenti climatici è è prevista l’introduzione di un apposito “SCENARIO 2 – evoluzione del contesto attuale in funzione dei cambiamenti climatici”
Proponiamo qui una sintesi di dati raccolti dall’Autorità di Bacino per la ricostruzione dello stato delle conoscenze sul tema nel distretto, che comprende la ricostruzione di scenari idrologici (previsioni di portate mensili) relativi al periodo 2021-2050 a Pontelagoscuro.
Risulta particolarmente rilevante nell’ambito del presente Piano in quanto la maggior parte degli scenari analizzati prevede una riduzione della disponibilità idrica, in particolare nei mesi estivi, determinando una priorità molto forte di tutte le misure previste per il riequilibrio del bilancio idrico, l’incremento dell’efficienza degli usi, e l’aumento della resilienza agli eventi siccitosi.
Il monitoraggio dei cambiamenti climatici nel bacino viene effettuato attraverso una rete osservativa delle grandezze idro-meterologichecostituita da 588 idrometri, 1014 pluviometri, 756 termometri e 187 misuratori di livello posti in corrispondenza di dighe, con tempi di acquisizione non superiori all’ora, che trasmettono i dati in continuo al modello del bacino [approfondisci].
L’utilizzo del sistema rende possibile effettuare elaborazioni sulla tendenza dei dati osservati dal 1990 ad oggi, e, anche se con precisione inferiore, per periodi più lunghi. I risultati di tali elaborazioni offrono informazioni sui cambiamenti climatici osservati, o in atto.
Inoltre il sistema è stato utilizzato negli ultimi anni per effettuare simulazioni di scenari futuri, e valutare gli impatti idrologici, cioè sulle portate fluviali, e sulla disponibilità idrica del bacino.
Effettuare scenari di bilancio idrico comporta cercare di prevedere sia i valori delle portate fluviali e i regimi idrologici futuri, ai fini del computo della disponibilità idrica naturale, che gli utilizzi della risorsa che verranno effettuati.
In generale, ciò prevede un collagmento a cascata delle seguenti componenti:
– scenario di emissioni a scala globale,
– modello climatico globale,
– modello climatico regionale (o in alternativa tecniche di downscaling statistico),
– modello di bias correction del dato climatico (opzionale),
– modello idrologico,
– modello idraulico.
Nell’ambito di una collaborazione scientifica tra il Servizio Idro-Meteo-Clima (ARPA SIMC) di ARPA Emilia Romagna e la Divisione Impatti al Suolo e sulle Coste del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC-ISC) sono state quindi condotte simulazioni numeriche per valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla portata media giornaliera del fiume Po sotto ipotesi di cambiamento climatico, utilizzando gli scenari climatici RCP4.5 e RCP8.5 leggi quali forzanti del modello climatico globale e del modello regionale, per generare i campi di precipitazione e temperatura nel futuro (fino al 2100).
In generale si è ottenuto un aumento delle portate invernali e una diminuzione delle portate estive.
QUI
Nella nuova Guida per il reporting ai sensi della DQA , le misure per l’adattamento ai cambiamenti climatici sono definite come tipologie di misure chiave (KTM 24), pertanto saranno oggetto di un reporting specifico alla Commissione Europea, finalizzato a verificare la corretta inclusione del tema dell’adattamento climatico negli strumenti della politica delle acque. Tale azione deriva in via diretta dalla Strategia Europea di adattamento ai cambiamenti climatici , che prevede la verifica, entro il 2017, dell’efficacia delle misure di adattamento in ciascuno stato membro. Per adeguare tutta la Pianificazione di Distretto, l’Autorità di bacino del fiume Po effettua il “check climatico” dei propri programmi di misure, al fine di individuare quali misure, tra quelle contenute nei programmi di misure dei propri Paini, perseguono efficacemente l’adattamento. Tale attività sarà accompagnata da uno specifico reporting nell’ambito del Piano.
Il check climatico è effettuato confrontando le misure contenute nel Programma di Misure del Piano del Bilancio Idrico con l’insieme di riferimento contenuto nella SNACC, individuando quali misure sono presenti e contrassegnandole quindi anche in riferimento al “settore SNACC” in cui si inseriscono, e verificandone infine l’attuazione. Ciò consentirà di:
– mappare il numero e la tipologia delle misure di adattamento presenti Piano del Bilancio idrico rispetto ai settori della SNACC, evidenziando in particolare l’eventuale presenza di lacune ed i settori più coperti;
– verificare in generale l’attuazione delle misure, ed indirettamente la predisposizione all’adattamento del distretto relativamente al tema del bilancio e della sostenibilità dell’uso;
Le misure del Programma di Misure che corrispondono in larga misura a quelle proposte nella SNACC verranno identificate quali “misure integrate acqua-clima” e saranno caratterizzate da priorità elevata.
3.4. La strategia di adattamento ai cambiamenti climatici
Il tema dei cambiamenti climatici rappresenta attualmente uno dei maggiori punti di interesse per le politiche globali, a causa dei forti impatti che le variazioni del clima potranno avere sui sistemi socio-economici ed ambientali.
Il percorso strategico è delineato nel “Libro verde della Commissione sull’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa: quali possibilità di intervento per l’UE” del 29 giugno 2007, seguito dal Libro Bianco “L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo” . Con riferimento al tema dell’acqua, il Blueprint, ha rappresentato la prima risposta alla sfida posta dai cambiamenti climatici. Si segnala anche la pubblicazione, contestualmente al Blueprint, del Report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente “Climate change, impacts and vulnerability in Europe” che presenta l’utile approccio metodologico noto come “An indicator based approach”, basato sull’individuazione di indicatori per la diagnosi precoce e per il monitoraggio del livello di vulnerabilità dei sistemi ai cambiamenti climatici.
Il 12 settembre del 2013, alla strategy ha fatto seguito la pubblicazione, a cura del MATTM; del documento intitolato “Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici – Documento per la consultazione Pubblica”, che affronta il tema dell’adattamento rispetto a 17 settori d’azione tematici di cui il primo è costituito dalle risorse idriche, due settori territoriali, costituiti dall’”Area alpina e appenninica” e dal “Distretto idrografico padano”, ed un settore di governance.
Il presente Piano del Bilancio idrico recepisce le indicazioni strategiche della EU Policy Water Scarcity and Drought e del Blueprint.
La strategia UE di adattamento ai cambiamenti climatici è stata adottata unitamente ad un altro documento ad essa strettamente correlato il “Libro verde sulle assicurazioni nell’ambito delle catastrofi naturali e di origine umana ”. La strategy introduce un quadro normativo e meccanismi atti a rendere l’UE più capace di affrontare gli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici, mentre il Libro verde sulle assicurazioni riguarda l’ adeguatezza e la disponibilità dei tipi di assicurazione attualmente sul mercato. Poiché infatti in Europa si sono già registrati impatti negativi dei cambiamenti, è fondamentale che lo sviluppo territoriale avvenga all’insegna dell’adattamento.
La strategy è imperniata su tre obiettivi di fondo:
– promuovere l’azione negli Stati membri: la Commissione incoraggerà tutti gli Stati membri ad adottare strategie di adattamento globali e metterà a disposizione fondi per migliorare lacapacità di adattamento ed attuare interventi.
– impostare l’azione UE in modo che sia “a prova di clima”, integrando ancor più l’adattamento in politiche particolarmente delicate come l’agricoltura, la pesca e la politica di coesione, facendo sì che l’Europa possa contare su infrastrutture più resilienti e promuovendo l’uso delle assicurazioni per tutelarsi contro le catastrofi naturali e d’origine umana.
– decidere con piena cognizione di causa, rimediando all’attuale scarsità di conoscenze in fatto di adattamento e dando maggiore impulso alla piattaforma europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici (Climate-ADAPT), per farne il punto di riferimento europeo per le informazioni sull’adattamento in Europa.
La strategia dà rilievo alle opzioni di adattamento a basso costo, benefiche sia per l’economia sia per il clima e che si rivelano valide sotto svariati altri profili, in base allo slogan “creare occupazione, risparmiare sui costi”.
Contributi alla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC)
“La comunità scientifica internazionale è consapevole che il nostro pianeta dovrà affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, alcuni già in corso ed altri che potranno accadere in un futuro anche prossimo . Questo accadrà probabilmente anche se le emissioni di gas-serra e di aerosol saranno ridotte significativamente nei prossimi decenni tramite l’attuazione di politiche di mitigazione su scala globale. Infatti secondo le evidenze scientifiche presentate sia nell’ultimo rapporto di valutazione dell’IPCC (AR4-WGII) del 2007, sia nel recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (European Environment Agency, EEA) “Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012 – An indicator-based report” del 2012, nei prossimi decenni la regione Europea ed in particolare la regione del Mediterraneo dovrà far fronte ad impatti dei cambiamenti climatici particolarmente negativi, i quali, combinandosi agli effetti dovuti alle pressioni antropiche sulle risorse naturali, fanno della regione del Mediterraneo una delle aree più vulnerabili d’Europa”
Le misure di adattamento già intraprese nel più ampio contesto delle esistenti politiche di tutela dell’ambiente, di prevenzione dei disastri naturali, di gestione sostenibile delle risorse naturali e di tutela della salute, non sono sufficienti per affrontare adeguatamente le conseguenze degli impatti dei cambiamenti climatici. E’ necessario un coerente e chiaro approccio strategico per l’attuazione di un piano di azione che garantisca che le misure di adattamento siano adottate tempestivamente, siano efficaci e coerenti tra i vari settori e livelli di governo interessati.
La SNACC rappresenta tale approccio strategico, cui seguirà il Piano Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), che includerà i seguenti elementi:
– pianificazione economica ed individuazione degli attori principali (a seconda della governance strutturale del Paese),
– allocazione delle risorse economiche
– attuazione della SNA o parte di essa a seconda delle priorità individuate dalle istituzioni
– monitoraggio e valutazione del processo di attuazione mediante indicatori di performance.
La predisposizione della SNACC richiede un approccio multidisciplinare e una forte condivisione e collaborazione tra i decisori politici a livello nazionale, regionale e locale con il supporto del mondo accademico e scientifico, raccogliendo le istanze dei portatori di interesse (stakeholder), in modo da favorire la finalizzazione di una Strategia veramente condivisa. La SNACC è articolata in 12 settori d’azione principali, alcuni dei quali articolati in “microsettori” (vedere Tabella 2) e due casi speciali, di cui uno è costituito proprio dal Distretto Idrografico Padano.
Tabella 2 – Settori di articolazione della SNACC – Fonte: MATTM 2013
Il settore Risorse idriche risulta di particolare interesse rispetto al tema del Bilancio idrico: nell’ambito della SNACC, sono individuate molteplici misure, di cui alcune già inserite in atti della pianificazione dell’Autorità di Bacino, ed altre per cui l’inserimento è comunque previsto. Esse sono presentate nelle tabelle da Tabella 3 a Tabella 8, suddivise per tipologia.
1 MISURE DI TIPO INFRASTRUTTURALE E TECNOLOGICO
1.1 Riciclo e riuso dell’acqua
1.2 Interventi strutturali per l’efficientamento e ammodernamento delle reti per la riduzione delle perdite
1.3 Adeguamento tecnologico (strumenti di misurazione, telecontrollo, ecc.)
1.4 Dissalazione
1.5 Incremento delle capacità dei bacini e serbatoi artificiali che permettono di pianificare la gestione pluriannuale della risorsa
1.6 Introduzione di sistemi più efficienti di raffreddamento industriale
1.7 Incremento della connettività delle infrastrutture idriche
1.8 Riconversione delle reti ad esclusivo uso irriguo
1.9 Manutenzione della rete idrica a funzione multipla
1.10 Incrementare l’accumulo nelle zone rurali
1.11 Interventi per il riutilizzo irriguo dei reflui
1.12 Conversione, ove consentito dalle tipologie colturali, dei sistemi di irrigazione ad alto consumo per migliorare l’efficienza irrigua
1.13 Azioni in altri settori che permettano di ottimizzare/diminuire l’uso della risorsa (es. in agricoltura: uso di nuove culture meno idro-esigenti, turismo: stabilire regole per un uso più consapevole dell’acqua) perseguendo gli obiettivi della direttiva 2000/60/ce (direttiva quadro sulle acque)
Tabella 3 – Misure proposte nell’ambito della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC) per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, relative a infrastrutture e miglioramento delle tecnologie.
2 MISURE BASATE SU UN APPROCCIO ECOSISTEMICO
2.1 Riqualificazione dei corsi d’acqua in considerazione del mantenimento dei deflussi vitali e della qualità ecologica anche in situazioni di variazioni dei regimi termo-pluviometrici futuri
2.2 Creazione di zone tampone fra aree coltivate e corsi d’acqua
2.3 Protezione e conservazione delle fasce boscate e della vegetazione costiera
2.4 Ricarica artificiale degli acquiferi
2.5 Miglioramento della capacità di ritenzione idrica dei suoli
Tabella 4 – Misure proposte nell’ambito della SNACC per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, relative alla resilienza degli ecosistemi.
3 NORMATIVA E PIANIFICAZIONE
3.1 Pianificazione degli schemi complessi (sforzo di coordinamento) per stabilizzare l’aspettativa sulle disponibilità idriche
3.2 Sviluppare la capacità di una gestione pluriannuale delle risorse idriche
3.3 Riconsiderare fabbisogni e concessioni idriche storiche
3.4 Sviluppare programmi integrati per migliorare l’efficienza degli usi irrigui, potabili e industriali per ottimizzare i consumi
3.5 Piani di gestione della siccità
3.6 Includere le variabili indice connesse con i cambiamenti climatici nella valutazione ambientale strategica
3.7 Nuovi codici per il risparmio idrico nel settore delle costruzioni
3.8 Stabilire regole minime e certe per i finanziamenti delle strutture e delle infrastrutture
3.9 Revisione/adeguamento delle tariffe per contenere l’uso della risorsa acqua
Tabella 5 – Misure proposte nell’ambito della SNACC per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, attinenti alla pianificazione strategica.
4 GESTIONE
4.1 Gestione ottimizzata della domanda
4.2 Introduzione sistematica del minimo deflusso vitale (mdv) nei piani e nelle pratiche di gestione considerando anche le variazioni attese per condizioni climatiche e deflussi
4.3 Gestione ottimizzata dei livelli di laghi e bacini
4.4 Incentivare la gestione collettiva per il settore irriguo
4.5 Misure per la razionalizzazione dei consumi idrici
4.6 Gestione dei deflussi di pioggia in aree urbane e loro utilizzo
4.7 Adattare la gestione degli impianti di trattamento delle acque reflue e dei relativi sedimenti per una maggiore frequenza degli eventi estremi (alluvioni, siccità, ecc.)
4.8 Riordini irrigui, modifiche degli esercizi irrigui e dei piani contributivi
4.9 Sostenere la pianificazione aziendale, l’innovazione e la modernizzazione della gestione in campo agricolo
4.10 Sostenere la diversificazione delle attività e delle produzioni in campo agricolo in relazione alla mutata fenologia
4.11 Adattamento delle regole di gestione forestale per il miglioramento del bilancio idrico
4.12 Diffusione e utilizzazione dei più avanzati sistemi informativi e di supporto
Tabella 6 – Misure proposte nell’ambito della SNACC per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, attinenti gestione della risorsa.
5 ECONOMIA E FINANZA
5.1 Incentivi per prodotti a bassa intensità di uso dell’acqua e per l’uso di acqua a scadente qualità (acqua grigia)
5.2 Programmazione di strumenti economici di gestione del rischio climatico (assicurazioni, fondi mutualistici, ecc.)
5.3 Aiuto finanziario specifico e finalizzato al conseguimento degli obiettivi di adattamento ai cambiamenti climatici in particolare per interventi che assicurano le disponibilità idriche negli anni e ne accrescono l’efficienza d’impiego (prestiti, mutui, agevolazioni fiscali, contributi in conto capitale, ecc.)
5.4 Fondi per il settore primario in aree soggette a siccità e a incertezza delle disponibilità idriche
5.5 Incentivi ai proprietari di terreni per migliorare la capacità di ritenzione
5.6 Revisione dei sistemi contributivi per le infrastrutture rispetto alle specifiche caratteristiche idrogeologiche
Tabella 7 – Misure proposte nell’ambito SNACC per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, attinenti gli strumenti economici.
6 RICERCA E CONOSCENZA
6.1 Sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni (servizi di consulenza irrigua, sistemi early warning per rischio siccità, alluvioni, frane, esondazioni, fitopatie e attacchi patogeni)
6.2 Monitorare gli indicatori ambientali di trasformazione confrontandoli con valori ottenuti per siti di riferimento
6.3 Migliorare i modelli per acque superficiali e sotterranee per ottenere stime più affidabili sulla consistenza delle risorse
6.4 Migliorare la comprensione dei fattori di controllo del clima e dei feedback del suolo
6.5 Indagini ad alta risoluzione per individuare le zone più vulnerabili alle inondazioni e alla siccità
Tabella 8 – Misure proposte nell’ambito SNACC per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, attinenti l’incremento della conoscenza.
7 COMUNICAZIONE
7.1 Raccogliere e disseminare le informazioni disponibili sul cambiamento climatico
7.2 Disseminare informazioni sull’esistenza di buone pratiche in campo agricolo e industriale
7.3 Campagne di sensibilizzazione nelle aree affette da variazioni del ciclo idrologico (eventi estremi di precipitazione, siccità, variabilità degli afflussi, ecc.)
7.4 Campagne di sensibilizzazione per i proprietari di immobili sui rischi idrologici e sulle misure di mitigazione del rischio
Tabella 9 – Misure proposte nell’ambito SNACC per aumentare la resilienza del settore “risorse idriche, relative alla comunicazione del rischio.
Il capitolo relativo al caso speciale sul Distretto del Fiume Po, che compare nell’allegato tecnico conoscitivo che verrà pubblicato con la SNACC contiene un’analisi specifica delle problematiche relative ai settori elencati per il Distretto idrografico Padano, e la specificazione per il Distretto di misure individuate nell’ottica di considerarlo un’area pilota per l’adattamento ai CC, in virtù della sua rilevanza geografica, economica, sociale e politica nell’ambito nazionale.
Per considerare efficacemente gli impatti dei cambianti climatici sull’equilibrio del bilancio idrico sono necessarie alcune azioni:
– l’acquisizione di scenari idrologici di cambiamento climatico sul bacino del Po, che permettano di capire come cambierà in futuro la disponibilità idrica;
– l’acquisizione di scenari di domanda di risorsa, i quali dipendono dal clima e dall’evoluzione degli usi nel distretto.
Gli scenari idrologici di riferimento adottati risultano coerenti agli scenari definiti nel Rapporto Preliminare VAS del Piano del Bilancio Idrico, descritti nel Box 2.
Box 2
Il Piano risponde a numerose delle misure individuate dalla SNACC, garantendo con la sua attuazione l’incremento della resilienza del settore “risorse idriche”.
Il quadro conoscitivo relativo ai legami di dipendenza tra la qualità ecologica dei corpi idrici e la disponibilità di risorsa in alveo invoca il concetto di portata ecologica, e presuppone che siano chiari i meccanismi di modifica dello stato ecologico dei corpi idrici in funzione di impatti negativi sui valori del flusso ecologico legati ai cambiamenti climatici. Tuttavia analizzare il problema da questo punto di vista presenta un elevato grado di complessità, perché, oltre a definire puntualmente gli scenari, occorrerebbe chiarire se e in che misura una riduzione dei valori del flusso ecologico legata ai cambiamenti climatici sia da considerare un fenomeno naturale che genera un adattamento fisiologico dell’ecosistema.
Appare più utile, invece, richiamando la definizione di carenza idrica, secondo cui essa può originarsi laddove l’inquinamento intenso da sorgenti diffuse o puntuali possa ridurre la disponibilità di acqua di buona qualità, verificare se a fronte di una previsione futura di diminuzione delle portate in alveo, i corpi idrici possiedano ancora capacità auto depurative sufficienti per far fronte al carico inquinante previsto nello stesso scenario, senza dare origine a episodi di carenza idrica.
Secondo tale approccio, nell’ambito della predisposizione delle metodologie per la valutazione delle pressioni per la stesura del nuovo Report Art. 5 per il Piano di Gestione Po 2016-2021 si è giunti alla proposta di considerare i CC nell’ambito della cornice DPSIR come determinante (driver), individuare le potenziali pressioni che ne derivano sulla risorsa idrica, e definire adeguati indicatori per la valutazione quantitativa degli impatti.
Rispetto al tema dei cambiamenti climatici in sintesi il principale strumento previsto nel Piano del Bilancio idrico consiste nella valutazione delle misure del programma di misure rispetto alla SNACC, ed all’elenco delle tabelle da Tabella 3 a Tabella 8. Le misure che oltre ad essere efficaci rispetto agli obiettivi specifici del PBI risultano coerenti con gli obiettivi della SNACC, costituendo garanzie di integrazione delle politiche, sono considerate prioritarie.
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